[Hair story] I bigodini, l'eterno ritorno
Se c’è un accessorio hair style che non finisce mai di reinventarsi è proprio il bigodino. Ora criticati e relegati al rango di pezzi d’antiquariato, ora in posizione di primo piano nelle nuove mise, i bigodini hanno conquistato il ruolo di migliori creatori di ricci. Conosci la loro storia?
Fin dall’antichità i ricci si trovano su tutte le teste coronate perché sono simbolo di ricchezza e gioventù. Le donne, allora, utilizzavano come ferro arricciacapelli degli steli di canna riscaldati per creare cascate di onde. Questa mania dei capelli ricci ha attraversato i tempi, come dimostra lo stesso Re Sole. Poiché però non tutti avevano la fortuna di avere chiome folte e ricciolute, i nobili indossavano parrucche i cui ricci erano precedentemente realizzati nel forno utilizzando gli antenati degli attuali bigodini: piccoli rulli di terra cotta o legno chiamati bilboquets.
I primi bigodini
È nel XIX secolo che i bigodini, così come li conosciamo, compaiono: si assiste infatti al ritorno dei capelli naturali che devono avere la forma di bei ricci morbidi per rispondere alle esigenze della moda. Si tratta di cilindri di metallo (in genere piombo) rivestiti di tessuto e pelle, sui quali si arrotolano le lunghezze. Si applicano la notte per dare forma ai capelli e avere bei ricci al risveglio. Ben presto questi fanno i conti con la concorrenza del ‘ferro arricciacapelli’ di Marcel Grateau, più semplice da utilizzare. Si tratta di un’importante invenzione del 1872, costituita da pinze tubolari riscaldate con l’aiuto di un apparecchio per arricciare i capelli.
La temperatura si surriscalda per i bigodini
Il braccio di ferro tra bigodini e ferro arricciacapelli continua con l’innovazione del parrucchiere tedesco Karl Nessler: i bigodini riscaldati, destinati a realizzare le prime onde permanenti. Si spalma sulle ciocche della soda caustica e le si arrotola poi intorno ai bigodini. Per fissare i ricci sulle lunghezze, i bigodini sono uniti ad un apparecchio elettrico con pinze riscaldanti. Qualche tentativo mal riuscito non dissuade le donne vanitose dall’utilizzarlo.
Gli anni ’20 vanno matti per i bigodini!
Dopo la Prima Guerra Mondiale si assiste a una vera e propria rivoluzione per le donne in materia di capelli. Si tagliano le lunghezze e si adottano dei carré lunghi fino alle orecchie. Per creare deliziose onde che durano nel tempo sulle ciocche corte, le donne sono pronte a trascorrere ore dal parrucchiere per farsi applicare i bigodini e attendere poi con pazienza sotto il casco, ben più confortevole rispetto al vecchio macchinario!
Il segreto di Marylin
Star glamour degli anni ’50, Marylin Monroe fa sognare gli uomini ma anche le donne con il suo emblematico carré ondulato (e il suo famoso biondo platino hollywoodiano). Un’acconciatura realizzata con i bigodini che scolpiscono la sua chioma a diversi livelli e disegnano un’onda sulla ciocca che sta sulla fronte per incorniciare il viso alla perfezione.
Gli anni ’80: l’età aurea della permanente
Sempre sotto l’influenza delle star del cinema come Olivia Newton-John in “Grease”, le donne cedono alla permanente e sfoggiano ricci stretti che creavano chiome XXL. Si va matti per i bigodini!
I bigodini tradizionali
Con questa passione per i ricci, le modelle si adattano a utilizzarli in casa. I bigodini si trasformano in piccoli rulli di tulle intorno ai quali le donne arrotolano le ciocche umide che fissano con una pinza e lasciano asciugare all’aria o con il phon. Per variare il diametro e quindi il risultato, i bigodini cambiano dimensioni e materiali. Alcuni, molto morbidi, in gommapiuma, sono creati specificatamente per la notte. Non troppo sexy ma efficaci. Altri modelli rivestiti in velcro rendono più facile la posa…
I bigodini di nuova generazione
Per conquistare le donne alla ricerca di ricci di tendenza, i bigodini cambiano ancora look e, grande novità, si prendono cura dei capelli. In ceramica, riscaldati prima della posa, distribuiscono il calore in maniera delicata e omogenea, mentre altri permettono di realizzare dei bei ricci senza calore:
– I flexi-rollers sono dei piccoli cilindri in gommapiuma molto morbidi che si fissano ripiegando le estremità per disegnare ricci regolari nella chioma.
– I “bigodini magici” sono tubi morbidi attorcigliati nei quali, con l’aiuto di un gambo rigido munito di gancetto, sono introdotte le ciocche umide affinché acquistino una forma ondulata mentre asciugano.
Questa primavera-estate, con il gran ritorno della permanente, non c’è alcun dubbio: i bigodini andranno a gonfie vele ancora per un bel po’ di tempo!
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